L'etimologia del termine generico “allium” è molto antica.
Le piante di questo genere erano ampiamente conosciute sia dai romani che dai greci (questi ultimi comunque non le apprezzavano completamente a causa del loro forte ed acre odore). 
Sembra comunque che il termine abbia una derivazione celtica e significhi “bruciante”, sempre in riferimento al forte odore pungente della pianta. Uno dei primi ad usare questo nome per scopi botanici fu il naturalista francese Joseph Pitton de Tournefort (1656 - 1708).
Il genere Allium conta più di mille specie, diffuse per la maggior parte nell'emisfero settentrionale. 
A questo genere appartengono anche aglio, cipolla, porro; esistono però varietà coltivate per le loro infiorescenze decorative. 
Hanno fogliame nastriforme, in genere sottile ed arcuato, di colore verde chiaro, talvolta striato di bianco.
Le infiorescenze sono di vario tipo, sferiche, a ventaglio o ad ombrello.
Racchiudono piccoli fiori a stella che sbocciano dalla fine della primavera fino ad estate inoltrata. In genere i fiori sono nei toni del rosa, del bianco, del giallo e del blu. 
La coltivazione è molto facile ed i bulbi sono adatti all’inselvatichimento. I fiori sbocciano su lunghi steli, alti da 20 centimetri fino a 100-120 centimetri, e possono essere recisi od essiccati per composizioni invernali. 
Molte delle varietà ornamentali emanano, dal fogliame o dai bulbi, il tipico odore dell'aglio o delle cipolle.
La pianta di allium giganteum fa parte della famiglia Alliaceae, è una erbacea perenne rustica, la più grande del suo genere. È chiamata anche con il nome comune di “aglio gigante”. 
L’altezza della pianta non supera i 50 centimetri, in genere è in media di 40 centimetri o più piccola, l’espansione invece va da 100 a 150 centimetri. 

E’ pianta del sole, della luce, del calore, dell’amore, come richiama il suo antico nome. 
Il nome di questo genere della famiglia delle Agapanthaceae, di origine sudafricana, deriva dal greco agape” (amore) e “anthos”(fiore). 
Questo “fiore dell’amore” ha avuto molti nomi indigeni, ma quello di “african lily”, cioè giglio africano, è stato di certo il più comune. 
Agapanthus, che si è conservato come nome del genere, è quello attribuitogli nel 1905 dal Congresso Botanico della Nomenclatura di Vienna.
Le piante sono erbacee perenni, glabre e ricche di saponina. Normalmente si trovano singole in natura, raramente formano colonie. L’apparato radicale è formato da rizomi simili a bulbi con radici carnose. 
Le foglie crescono direttamente dal rizoma, caduche o sempreverdi, lineari, non frastagliate, arcuate nella parte superiore od anche stese, di colore dal verde al verde scuro, opache o lucide, sottili o carnose, a seconda della specie o della varietà. Il peduncolo è vigoroso, nasce sempre tra le foglie e può essere tondo come piatto. 
L’infiorescenza è sempre racchiusa da una singola larga brattea, che si apre su un lato per far schiudere il fiore. 
Sono piante provviste di radice rizomatosa e formano dei veri e propri cespugli con le loro foglie nastriformi, robuste, incurvate verso il basso. 
Esistono piante a foglia decidua ed a foglia perenne, che sono i più diffusi e conosciuti, con foglie più larghe e lunghe dei precedenti ed infiorescenze più grandi. 
Blu, bianchi o viola, i suoi fiori sono tutti straordinari, quelli che, come le foglie nastriformi ed avvolgenti, che caratterizzano questa meravigliosa bulbosa, abbracciano l’esistenza delle persone più fortunate.

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